Sono le ore:

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Il più importante centro archeologico dell’antichità per la grandiosità dei resti. Il suo nome deriva dalla pianta del prezzemolo selvatico, detto in greco "Selinon", che si trova spesso riprodotto anche nelle monete antiche della città. Ha un’Acropoli con i suoi massimi edifici e presenta un tessuto viario con due arterie principali ortogonali tra di loro e di uguale larghezza (9m.) sulle quali si proiettano case di piccole dimensioni. La città ebbe una vita breve (circa 240 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere i 100.000 abitanti.

Lo stato in cui si presenta oggi la città non è dovuto solo alla sua distruzione ad opera dei Cartaginesi, ma anche a terremoti, a secoli di incuria e di gravi spoliazioni.

Selinunte, sottofondazione di Megara Hyblea, fu fondata nel 650 a.C. (Diodoro Siculo) lungo la costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli del Belice e del Modione, su di un luogo non interessato da precedenti insediamenti indigeni. Selinunte fondò a sua volta nel 570 a.C. Heraclea Minoa presso la foce del suo estremo confine meridionale, il fiume Plàtani. Raggiunse velocemente il suo massimo splendore nel VI e V sec. a.C.; la sua ricchezza era forse dovuta al dominio che esercitava su di un vasto territorio. Selinunte è la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l'area occupata dai Cartaginesi; tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine, fino al dissolvimento del problema con la conquista romana della Sicilia.

Ricostruzione della acropoli e dei suoi templi, dapprima in buoni rapporti con i Cartaginesi, dopo la loro disfatta nella battaglia di Himera (480 a.C.), Selinunte strinse alleanza con Siracusa, cui rimase fedele. La sua politica di espansione territoriale verso Segesta causò diverse guerre: il primo scontro avvenne nel 580 a.C. dal quale Segesta uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l'intraprendenza selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta per intraprendere una grande spedizione in Sicilia ed assediare Siracusa, ma ne uscirono disastrosamente sconfitti. A Selinunte lo scontro finale si ebbe nel 409 a.C. con l'intervento dei Cartaginesi che, sbarcati in Sicilia con un esercito di 5.800 uomini al comando del generale Annibale Magone (figlio di Giscone), colsero di sorpresa la città che cadde, dopo soli nove giorni di assedio, prima che potessero giungere i soccorsi da Siracusa e da Agrigento. Occupata, saccheggiata e distrutta, 16.000 cittadini selinuntini furono uccisi, 5.000 fatti schiavi, 2.600 riuscirono a fuggire ad Agrigento.

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